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Come rinforzare la muscolatura dopo una protesi all’anca

Come rinforzare la muscolatura dopo una protesi all'anca

L’anca risulta essere la più grande struttura ossea di tutto lo scheletro umano. Essa ha una funzione specifica, quella di andare a congiungere il bacino con gli arti inferiori.

Proprio il ruolo importante che ricopre fa si che l’anca sia sottoposta a continue sollecitazioni e quindi a una maggiore usura nel tempo, che porta poi all’artrosi dell’anca che può essere più o meno grave. Un disturbo questo, che può essere diagnosticato in maniera semplice con una lastra al bacino.

Le problematiche all’anca sono tipiche dell’età avanzata quando non solo è possibile provare dolore alla zona lombare, ma anche perdere la mobilità. Il dolore che affligge le persone con problema alle anche non si irradia solo nel bacino, ma nella coscia e in alcuni casi nel ginocchio.

Rivolgersi a un esperto per avere una diagnosi è importante per poter affrontare al bisogno un percorso di riabilitazione. Proprio l’esperto andrà a valutare il livello di compromissione della cartilagine, in quanto in alcuni casi, quando il dolore acuto la fisioterapia può non essere sufficiente.

In molti casi vengono raccomandate delle inflitrazioni e una terapia farmacologica, fino ad arrivare all’operazione per l’impianto della protesi, intervento che in alcuni casi si rivela indispensabile.

La fisioterapia per evitare l’operazione

Ad doversi sottoporre all’intervento all’anca sono in genere le persone avanti con l’età che nutrono non poco timore in merito, anche e soprattutto per il dove dipendere per molto tempo da altre persone. Prima di decidere per l’operazione si tenta con la fisioterapia, che a volte risulta essere una buona alternativa.

L’artrosi dell’anca è una patologia che coinvolge la cartilagine dell’articolazione, essa protegge l’osso e in genere ne evita l’usura. Si tratta di un tessuto biologico, che trae nutrimento dal liquido sinoviale che si trova all’interno dell’articolazione.

Una caratteristica questa, che condivide con tutti i tessuti che non presentano una buona vascolarizzazione. Per evitare di doversi sottoporre all0intervento all’anca è indispensabile mettere un atto tutta la prevenzione possibile.

In alcuni casi, si consiglia l‘assunzione di integratori alimentari, che però, a livello scientifico non hanno, fino a questo momento, rilevato nessuna efficacia nella ricostruzione della ricostruzione, piuttosto possono coadiuvare una terapia specifica. Quest’ultima può consistere in infiltrazione di acido ialuronico.

Quando di comune accordo con lo specialista si decide di intraprendere un percorso fisioterapico, si lavorerà con esercizi specifici su muscoli che siano in grado di favorire l’allineamento delle articolazioni. Procedendo con esercizi specifici i movimenti che guadagneranno in termini di fluidità dei movimenti.

Sempre il fisioterapista sarà in grado di sottolineare come anche le abitudini quotidiane possono avere un’importante influenza. Questo avviene in particolare nelle fasi iniziali della patologia, in cui per un atteggiamento difensivo il paziente tende a restare molto fermo, perdendo la conicità dei muscoli.,

Il fisioterapista oltre alla terapia manuale può utilizzare alcuni strumenti come i laser, il tacar, gli ultrasuoni, ipertermia e la magnoterapia. Tutti mezzi efficaci per il recupero dal danno della cartilagine, anche se la scelta deve avvenire in base all’anamnesi precisa del paziente che si sta trattando.

Possibili cause dell’artrosi all’anca

Come già accennato in precedenza, la maggior causa dell’artrosi all’anca è l’età che avanza e il naturale deterioramento della struttura ossea. Ma ci sono alcuni elementi che possono in qualche modo favorirla.

Innanzitutto possono influenzare la comparsa dell’artrosi alcune malformazioni congenite sia alle anche stesse che al bacino. Alcuni studi specifici hanno evidenziato come nella comparsa dell’artrosi vi sia una certa influenza di tipo genetico che sembra favorire la problematica.

Proprio per questo motivo, risulta essere importante intervenire sullo stile di vita, lasciando da parte la sedentarietà che non aiuta nel rinforzare la muscolatura. Altra causa principale della comparsa delle problematiche all’anca è l’eccesso di carica.

In parola semplici, il sovrappeso potrebbe essere una co-causa della comparsa dell’artrosi e in generale di dolore all’anca. Il sovrappeso sottopone l’articolazione a uno stress eccessivo e quindi essere causa di una possibile perfezione nel futuro.

Ma questo non vuol dire che una persona normopeso non possa sviluppare problematiche all’anca. Anche chi non è sovrappeso, può caricare in maniera sbagliata l’articolazione per via di un movimento sbagliato e di un modo di camminare che non è quello corretto.

A spingere a movimenti sbagliati che possono mettere a rischio la salute dell’anca, anche le contratture muscolare. Il disturbo non permette di camminare nella maniera corrette e questo porta a dolori acuti dell’anca e a lungo andare anche al consumo dell’articolazione.

In questi casi, intervenire in maniera specifica è indispensabile per prevenire operazioni e convalescenze che richiedono molto tempo. Ci sono casi in cui, intervenire con della fisioterapia in maniera preventiva può essere oltremodo efficace, dando la possibilità di evitare l’operazione chirurgica.

Quando la protesi è indispensabile

Quindi la fisioterapia in alcuni casi può evitare l’operazione, ma ci sono casi in cui la protesi è l’univa alternativa per permettere alle anche di ritrovare la loro funzionalità e le condizioni iniziali di normalità. La protesi è l’unico mezzo sicuro con cui è possibile andare a sostituito l’originaria articolazione e quindi dare all0individuo la possibilità di ritrovare non solo l’anatomia della sua anca ma anche la funzionalità.

La protesi è una vera e propria articolazione artificiale che può essere realizzata in materiali diversi, pensati per durare nel tempo. La sia progettazione si basa sull’idea di offrire al paziente le stesse funzionalità dell’anca naturale.

Una protesi, in genere, è pensata per avere una durata di 15/20 anni. Si distinguerà poi tra la endoprotesi se va a sostituire solo la componente femorale, o le artroprotesi  se oltre alla parte femorale si sostituisce anche quella acetabularie.

A seconda di quelle che sono le necessità del paziente, entrambe le tipologie di protesi possono essere o meno cementate. Una protesi cementata offre al paziente un0immediata stabilità, in genere viene consigliata per i pazienti più anziani, per permettergli di caricare velocemente l’anca.

Oltre ai pazienti avanti con l’età, la protesi cementata viene consigliata a chi soffre di osteoporosi, ma anche agli obesi. Lo specialista cercherà comunque di evitare l’operazione, anche se ci sono alcune sintomatologie degenerative che la rendono indispensabile esattamente come quando si subisce un trauma.

È indispensabile procedere all’impianto della protesi nel caso in cui si soffra di coxartrosi, com degenerazione della cartilagine articolare, displasia dell’anca, una malformazione congenita in cui non vi è collimazione tra la testa del femore e la capsula acetabularie.

Inoltre il confitto memoro-acetabolare in cui le due parti indicate anche in precedenza, vengono a contatto in maniera anomala e infine l’osteonecrosi della testa del femore, condizione patologia che vede una carenza nell’afflusso di sangue che porta alla necrosi dell’osso.

Riabilitazione pre-operatoria

Trattandosi di un’operazione non poco complicata, la protesi all’anca prevede sia una fase pre-operatoria che post-operatoria, in cui si cerca di andare a recuperare le capacità muscolari. Nella fase precedente all’operazione, si cerca di andare ad eliminare le contratture.

Nel post-operatorio invece lo scopo è quello di ricominciare a camminare e recuperare la funzionalità dell’anca operata. Gli ortopedici tendono a sconsigliare la riabilitazione pre-operatoria, ma essa tende a permettere il recupero più veloce dei mitemente normali.

Essa, nello specifico, permette innanzitutto di recuperare talune capacità muscolari che possono risultare limitato dall’operazione, eliminare le contratture a livello fisica e muscolare. Inoltre la fisioterapia può correggere alcuni atteggiamenti sbagliati che non ci si rende conto di avere, correggere e recuperate la schema del passo che non ha fatto altro che danneggiare l’anca.

Il fisioterapista in taluni casi decide utilizzare bastoncini canadesi per la deambulazione e infine aiutare il paziente nel percorso di recupero.

Recupero post-operatorio

Diverso invece è il programma previsto dal fisioterapista per il post operatorio. Esso, nello specifico si pone diversi obiettivi. Si punta non solo a recuperare completamente la funzionalità dell’anca e dell’articolazione, ma anche una rieducazione del passo per evitare di sovraccaricare l’anca e la sia protesi.

Quando si parla di percorso di recupero post-operatorio si pensa alla prevenzione di eventuali complicazioni. Tra di esse si possono annoverare le lussazione, ma anche le piaghe da decubito, i trombi e le embolie, oltre agli edemi da stasi.

L’intervento post operatorio opera sul controllo non solo del dolore, ma anche dell’infiammazione. Si cerca poi di rinforzare la zona con dei massaggi che favoriscono i movimenti. Compito della fisioterapia post-operatorio è anche il recupero della funzionalità, il potenziamento dei muscoli di anca e ginocchio.

Un lungo percorso di recupero che inizia subito dopo l’intervento e che permettono di ritrovare la corretta posizione e movimento dell’anca. Saranno indispensabili gli esercizi isometrici, ma anche il mantenere un cuscino tra le gambe, per favorire il recupero della corretta posizione.

Gli esercizi che si preferiranno, almeno per la prima parte della riabilitazione saranno quelli isometrici; una serie di esercizi che permettono alle gambe di mantenere la corretta distanza e all’anca di recuperare la sua naturale posizione. Quello che fanno questi esercizi è sottoporre i muscoli a una forte contrazione, non andando a modificare la lunghezza, come succederebbe nel caso in cui ci si sottoponesse ad esercizi di movimenti.

Gli esercizi isometrici sono utili per dare maggiore forza, resistenza e conicità agli esercizi su cui si va ad agire in maniera specifica. Questi esercizi, però, non agiscono solo sulla muscolatura, ma anche sulla circolazione sanguigna, al Gine di ottenere dei notevoli benefici anche nel breve tempo.

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