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Variante Omicron: sintomi, incubazione e durata

sintomi variante omicron

Oggi, i sintomi di omicron rappresentano sicuramente la variante del coronavirus più diffusa secondo una ricerca del ministero della salute. Infatti, questa variante si sta espandendo molto più velocemente di quelle precedenti non solo in Italia, ma l’OMS ha rilevato questo dato anche in tutto il mondo, dando di nuovo il via a un innalzamento dei contagi.

Per questa ragione, è sempre più importante saper riconoscere i sintomi più importanti di questa variante, per poter fare in caso un tampone, riuscendo in questo modo a mettersi in isolamento, anche autonomamente, arginando i contagi e lo spandersi del virus.

Fortunatamente, questa nuova variante presenta dei sintomi molto più lievi delle precedenti, colpendo unicamente le vie respiratorie più alte e non a livello polmonare. Inoltre, grazie all’ottimo tasso di immunizzazione, questa variante presenta un’ospedalizzazione molto più lieve, evitando in questo modo di appesantire eccessivamente le strutture ospedaliere. Da gennaio 2022, i casi di coronavirus sono calati giorno dopo giorno, ritornando a salire verso giugno 2022, comunque molto meno rispetto alla situazione registrata negli anni precedenti nel medesimo periodo.

Anche i decessi sono diminuiti di quasi il 20% e, anche per ogni paese del mondo si è vista diminuire questa incidenza, sempre rapportata a un aumento dei contagi. La variante omicron, inoltre, è stata registrata la prima volta in sud Africa a febbraio. Ad oggi, questa variante rimane quella maggiormente registrata e più diffusa di quelle precedenti e di tutte le sotto varianti registrate negli ultimi mesi.

La diffusione della nuova variante covid Omicron

La variante omicron, che oggi è la maggiormente diffusa, presenta alcune sotto varianti che possono avere dei sintomi leggermente diverse tra di loro. La più contagiosa di queste, è rappresentata dalla Ba.5, che si sta diffondendo sempre più velocemente in diversi paesi. Essendo diffusa ancora da poco tempo, però, è difficile avere dei risultati certi e delle evidenze scientifiche, anche solo statistiche, sulla diffusione di questa variante così recente, ma le attività di monitoraggio sono sempre operative, anche grazie ai tamponi molecolari che vengono analizzati in laboratorio, e i risultati trasmessi direttamente all’asl di riferimento dei vari laboratori.

sintomi della variante covid omicron

Una delle certezze, sicuramente, è quella che questa variante non è pericolosa, presentando dei sintomi lievi e con una positività che dura meno nel tempo, negativizzandosi già dopo una settimana. Gli ultimi contagi registrati in questi ultimi mesi, presentano una maggiore incidenza della variante omicron, e delle varianti minori di essa, che sono cinque. Le differenze tra i vari sintomi delle varianti omicron, sono davvero minimi e quindi non avrebbe molto senso, con i dati raccolti fino ad ora, poter parlare con certezza delle differenze tra di esse.

Una delle caratteristiche maggiormente evidenziate in questa nuova variante, però, è quella di andare oltre alle naturali difese immunitarie di un organismo e alla sua memoria storia, ammalandosi nuovamente della stessa variante anche dopo il contagio, con sintomi comunque lievi. Per questa ragione principalmente, ad oggi, nel nostro Bel Paese si è tornati ad osservare una crescita e un peggioramento nelle statistiche del numero dei contagi, anche a causa della diffusione di questa nuova variante.

Perché stanno salendo i numeri dei contagi?

I ricercatori hanno evidenziato diverse cause per il numero crescente dei contagi tra cui prima di tutto può essere dovuto a questa nuova variante, che va oltre alle difese immunitarie e alla memoria dei globuli bianchi dell’organismo, inoltre, è anche trascorso del tempo da quando l’ultima vaccinazione contro l’infezione da covid-19 è stata somministrata, lasciando in questo modo l’organismo più scoperto ad eventuali attacchi di questo virus.

Un recente studio, inoltre, per confermare il perché sia così semplice riammalarsi di covid con la versione omicron, ha evidenziato che gli anticorpi delle precedenti versioni erano molto più efficienti, per riuscire ad evitare nel breve periodo un contagio, a differenza delle ultime sotto varianti omicron, anche dopo aver concluso il ciclo vaccinale contro il coronavirus con Moderna o Pfizer, che riescono efficacemente a contrastare questa variante.

Moderna, nel caso specifico, il cui nome con cui è messo in commercio è spikevax, contiene al suo interno degli ingredienti bivalenti all’interno della propria formulazione, proprio come accade per i vaccini influenzali, che contengono al loro interno le informazioni necessarie per riuscire a contrastare differenti varianti del medesimo virus.

Grazie al rolling review, cioè uno strumento utilizzato dall’agenzia del farmaco europea per riuscire a valutare correttamente i farmaci messi in commercio, in tempi molto minori di quelli di qualche anno fa, è stato possibile infatti ottenere le autorizzazioni necessarie per poter commercializzare i vaccini il più velocemente possibile, contrastando in questo modo l’infezione.

L’importanza dei vaccini per arginare il contagio

Anche se i vaccini per contrastare l’epidemia da coronavirus sono stati immessi nel mercato dalle case farmaceutiche molto prima di quelli precedenti e con delle tempistiche minori, non vuol quindi significare che non siano sicuri o attendibili come quelli che sono stati somministrati in precedenza.

A differenza di quanti molti credono, infatti, questi vaccini hanno seguito tutto l’iter di controllo e i processi necessari, solo che grazie al rolling review questi tempi sono stati resi molto più veloci, per riuscire in questo modo a contrastare una pandemia mondiale pericolosissima, alleggerendo il carico sulle strutture ospedaliere e proteggendo così i soggetti più a rischio, come gli anziani o chi aveva delle patologie pregresse.

Grazie alla produzione in massa di questi vaccini, è stato possibile poterli valutare nel tempo minore possibile, anche grazie al grande numero di volontari che si sono sottoposti ai test necessari, permettendo la sua immediata produzione e una veloce commercializzazione in totale sicurezza.

I principali sintomi della variante omicron

Anche se è ancora presto per poter avere delle evidenze specifiche a riguardo, sono stati evidenziati dei precisi sintomi per poter riconoscere la variante omicron nel minor tempo possibile, sottoponendosi così a un tampone antigenico anche casalingo o molecolare, se si vuole avere una percentuale più alta della certezza del test.

Infatti, i tamponi antigenici che vengono eseguiti autonomamente a casa, non sono sempre certi a causa del metodo utilizzato per riuscire a prelevare il campione, mentre quello del test molecolare viene prelevato dalla mano di un operatore esperto e il test eseguito in laboratorio, avendo una certezza dell’oltre 90%.

Oggi, quasi tutti conosciamo qualcuno che ha il covid o che è appena guarito e, fortunatamente, quasi tutti non hanno avuto sintomi gravi o comunque nulla di più che una comune influenza. Inoltre, è stato evidenziato che ultimamente i sintomi di quest’ultima variante siano molto simili a quelli del raffreddore comune, tipico soprattutto dei cambi di stagione. Infatti, molte persone stanno scambiando il covid per un comune malessere stagionale, non sottoponendosi in questo modo ai tamponi, anche per evitare l’isolamento, spargendo il virus, soprattutto se si frequentano luoghi molto affollati.

Malessere stagionale o covid?

Tra i sintomi più diffusi, è stato evidenziata la rinorrea, cioè comunemente chiamato naso che cola, o la sensazione di avere le narici occluse. Inoltre, è comune sentire molta stanchezza, sia fisica che mentale, che può essere associata anche al caldo e al cambiamento di stagione. Anche il mal di testa e di gola duraturo può essere un campanello di allarme che può spingerci ad eseguire un tampone, scongiurando in questo modo un possibile contagio e auto isolandosi se necessario.

Variante Omicron sintomi

Inoltre, anche starnuti frequenti sono un sintomo riconducibile a questa variante. Questa statistica dei principali sintomi più diffusi di Omicron, sono stati monitorati in regno unito, dove esistono dei monitoraggi tramite apposite app, che raccolgono i dati, suddividendoli anche per l’età delle persone contagiate.

Tra i sintomi meno diffusi, sono stati anche evidenziati la tosse che persiste, problemi intestinali come diarrea e nausea, mancanza di appetito, dolori diffusi ai muscoli e una leggera febbre, anche se molto più rara delle varianti precedenti.

Quindi, fatte queste considerazioni sui vari sintomi più diffusi, possiamo dire che non sia semplice distinguere quest’ultima variante di covid-19 che sta sorprendendo il mondo, scambiandola erroneamente per una lieve infezione alle vie respiratorie, o a una classica influenza stagionale considerati i sintomi maggiormente diffusi, anche i sintomi, molto fortunatamente, sono più lievi di quelle precedenti nei soggetti che hanno concluso il ciclo vaccinale.

Durata e incubazione della variante

Per questa ragione, lo scopo dei vaccini rimane una scelta imprescindibile allo scopo di proteggere sé stessi, oltre che evitare in questo modo il ricovero, pesando sulle strutture ospedaliere e permettendo di evitare ulteriori chiusure, non piegando nuovamente così l’economia del paese, oltre che quella mondiale. Solitamente, prima di mostrare i primi sintomi dell’infezione, la variante omicron può avere un tempo di incubazione che varia dai 2 ai 14 giorni ma, a differenza di quelle precedenti, questa sembra svilupparsi anche solo dopo un paio di giorni, negativizzandosi più velocemente e con sintomi molto più lievi, che raramente lasceranno strascichi e malessere generalizzato.

Dopo soli 3 giorni dal contagio, infatti, è già possibile risultare positivi ai vari test molecolari o antigenici, anche se i sintomi sono lievi grazie ai tamponi di ultima generazione che sono stati sviluppati dalle case farmaceutiche. Inoltre, anche i sintomi più acuti sembrano avere uno sviluppo molto veloce, durando anche solo un paio di giorni, mentre la durata del tempo della positività rimane completamente soggettivo, arrivando al massimo a un paio di settimane.

Sintomi a livello mentale per la variante Omicron

Oltre ai sintomi para-influenzali che si sono evidenziati da quest’ultima variante, è stato possibile evidenziare grazie ai dati raccolti anche quello della cosi detta “nebbia mentale”, molto più diffusa come sintomo del long covid, persistente anche dopo il contagio, molto più diffusa specialmente in Cina.

Questa sottospecie di nebbia mentale, è uno dei sintomi più comuni in chi soffre il long covid, cioè una positività che dura a lungo nel tempo, lasciando degli strascichi complicati da risolvere a causa dei residui di questo virus, che invece non sono presenti per chi ha positività di pochi giorni. Inoltre, spesso questa è accompagnata da una grande stanchezza, sia mentale che fisica, molto diffusa soprattutto nelle persone più giovani.

Questo sintomo comporta una difficoltà nell’apprendimento e nella concentrazione, oltre che una minor resistenza fisica. Non è un termine usato in medicina, ma è stato riconosciuto come il metodo migliore per descrivere questa sensazione che porta a una stanchezza cronica generalizzata, oltre a che dei dolori nella muscolatura e un aumento dell’ansia.

Questo sintomo, è molto simile a quello che si prova durante il jet leg, o l’influenza e porta a dormire molto più del solito, sentendosi sempre stanchi e avendo più difficoltà ad addormentarsi. Fortunatamente, com’è stato evidenziato da recenti studi, la variante omicron presenta molto più raramente questo sintomo così preciso, che si riflette su tutte le fasce d’età.

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